Gli ingredienti per uno storytelling persuasivo che pochi sanno

Gli ingredienti per uno storytelling persuasivo che pochi sanno

Tra tutti i consigli per uno storytelling efficace c’è quello di emozionare, ma come farlo nel modo corretto? Questo articolo chiarirà alcuni dei principali dubbi.  

Storytelling e Marketing

Cos'è lo storytelling? La traduzione di storytelling è affabilazione, ovvero l’atto di narrare una storia con il fine di comunicare un’azienda e vendere i suoi prodotti o in generale di catturare l'attenzione dell'ascoltatore o del lettore.

Definito in questo modo, lo storytelling sembra semplice, quasi banale, perché tutti sono in grado di raccontare una storia. Alcuni possono essere più bravi a saper intrattenere le persone, altri sanno scrivere bene, ma è comunque alla portata di ciascuno di noi. Tuttavia, gli effetti persuasivi dello storytelling "aziendale" non sono così facili da creare.

 Facendo una semplice ricerca online ci si può imbattere in diversi consigli su come scrivere, tra i quali si possono citare:

  1. Definizione degli obiettivi dello storytelling. In breve, cosa si vuole raccontare e cosa no? Qual è il mio target?
  2. Utilizzo della regola della 5 W del giornalismo, ovvero Who, What, When, Where, Why.
  3. Semplicità. La narrazione deve essere semplice, senza orpelli inutili che sovraccaricano il lettore.

Questi sono suggerimenti abbastanza generici ed è facile interpretarli in modo non corretto. Cos'altro manca? Saper mettere le emozioni giuste nei momenti più adatti.

Come si fa un buon storytelling?

Una cosa fondamentale da tenere in mente è che un buon storytelling deve saper emozionare. Ma quali emozioni devono essere utilizzate?

Esse devono essere utilizzate in modo sapiente:

  • Bisogna innanzitutto che il protagonista della storia abbia un problema da risolvere. In questa prima fase quindi le emozioni devono essere di tipo negativo, anche molto forti (alto arousal – valenza negativa).

  • Proseguendo con la storia, i problemi devono sembrare molto difficili da superare, tuttavia si deve aprire uno spiraglio, una soluzione all’orizzonte. Qui le emozioni devono essere di speranza. La fine vede le difficoltà risolte, quindi un epilogo positivo, caratterizzato da emozioni come gioia e felicità. Per la promozione di prodotti una buona pratica è quella di far dire al personaggio che ha li ha consigliati a parenti e amici.

  • Infine, non bisogna dimenticare che qualsiasi storia, da quella di Ulisse a quella di Superman, hanno un elemento in comune: il cambiamento. Tutti i personaggi di romanzi, film e canzoni non giungono mai alla fine della storia uguali a come erano all’inizio. I problemi da risolvere sono quindi la base di questo mutamento. 

Concludendo, il consiglio più importante per uno storytelling presuasivo che possiamo dare è testare. La nostra esperienza maturata in diversi settori (come ad esempio assicurazioni, associazioni di beneficenza e abbigliamento) ci ha insegnato come piccole modifiche nella storia modificano sensibilmente il coinvolgimento, la propensione all'acquisto e la disponibilità a pagare. Basta anche semplicemente modificare la gravità del problema da affrontare o la tipologia dei rapporti tra le persone raccontate. Non bisogna mai dare per scontato alcun dettaglio. 

Pubblicato il: 15/01/2019

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